Bove Finto





Il contributo delle congreghe è notevole anche negli altri giorni del carnevale, a partire dal venerdì quando, come ogni anno, ToppaBoveimmancabilmente e senza eccezioni (unica e speriamo irripetibile quella del 2021), si svolge la manifestazione de lu bov fint (il bove finto). 

Che cos’è? Beh, come dice la parola stessa è un toro finto, guidato da persone, che corre scalpitando per le vie del paese, ma per gli offidani è anche qualcosa di più: è la tradizione che da decenni si conserva generazione dopo generazione.
 

A chiunque la veda ricorda un po’ le manifestazioni spagnole: in effetti, alcuni storici ritengono che sia stata introdotta dalla dominazione spagnola; quello che sicuramente è certo è che un tempo (nel 1800, come riportano alcuni documenti dell’epoca) il toro era vero ed era una concessione finalizzata ad allietare le mense dei poveri nell’ultimo giorno di carnevale.
 Con il venir meno di tale necessità, il bue è stato sostituito con uno finto, mantenendo però viva la manifestazione. 
Alla fine, il toro viene ucciso simbolicamente, facendogli toccare con la testa una delle colonne del comune, sempre la stessa, l’unica con un anello in ferro, dove si presume venisse legato il bue per la mattanza.

Nel 2005, proprio ispirato a tale anello, si istituisce il “Sodalizio dell’Anello”, una compagnia che vede il suo culmine in questa giornata e come noi organizzano una delle tappe del Bove Finto, al Torrione, luogo che condividono con noi, in quel giorno di loro esclusiva, e in cui trascorrono l’intera giornata.

Di solito, intorno alla metà del pomeriggio, si arriva alla nostra tappa, ci ritroviamo tutti li poco prima che arrivi il bove per preparare tutto il necessario, pronti a servire vino e pane con l’olio a tutti i partecipanti, fino a che non viene ridato il via e il bove riprende la sua corsa verso la piazza. Da li a poco la tappa si svuota e noi rimaniamo lì con gli amici a fare l’ultimo brindisi prima di ributtarci anche noi nella festa.

Dopo l’uccisione, la “salma” del Bove viene poi portata in processione, capeggiata da una banda (composta da membri di più congreghe) e al canto di “addio ninetta addio” si percorre il giro del paese, fino a riporre il bove a riposo per un lungo, lunghissimo anno!